Il potere dei giganti by Colin Crouch

Il potere dei giganti by Colin Crouch

autore:Colin Crouch [Crouch, C.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 1de9e7c3b934708b44e9f3c8d60d4e4bc1e18b1b
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2014-03-14T23:00:00+00:00


Distanza dal settore privato

Un tempo era tradizione del servizio pubblico mantenere un rapporto piuttosto distante tra i funzionari pubblici e le imprese private; un atteggiamento utile sia a proteggere i mercati dalle distorsioni politiche o amministrative dovute a favoritismi nei confronti di imprese “amiche”, sia a impedire fenomeni di corruzione. In effetti, tale distanza è un’idea legata a filo doppio al concetto di libertà del mercato: affinché i mercati funzionino correttamente, tra chi svolge la funzione di governo e chi opera nelle imprese private non devono esserci interferenze reciproche. Tuttavia, questa logica è stata accusata di tagliare fuori il servizio pubblico dai progressi del settore privato, in cui la pressione competitiva genera una continua innovazione nei metodi di lavoro. A fronte di ciò i governi hanno deciso due tipi di interventi.

Innanzitutto, le amministrazioni pubbliche sono state sempre più incoraggiate ad agire come se fossero imprese private operanti sul mercato. Uno stimolo in tal senso può venire da molte delle prassi indicate in tabella 4.2: la creazione di mercati interni, l’introduzione della concorrenza tra unità di servizio e soprattutto l’adozione di obiettivi da raggiungere da parte delle organizzazioni di pubblico servizio e dei loro dipendenti. Rientra in questo filone anche l’affermazione del modello principale-agente (cioè, nel caso specifico: leader politici-manager pubblici), desunto dalla concezione neoliberista dell’impresa secondo cui l’agente (ossia il management) deve adempiere al mandato del principale (gli azionisti) massimizzando il valore di borsa del titolo. Il problema è individuare, nel servizio pubblico, un equivalente del valore del titolo. Se il principale sono i politici, la loro strategia punterà a massimizzare il successo elettorale: detto in termini semplicistici, al posto del valore delle azioni ci saranno i voti degli elettori. Ma la democrazia non funziona come il business, non si basa su un unico indicatore misurabile, e va costantemente interpretata dai politici, dai loro consiglieri e dagli altri opinion makers pubblici. In ultima analisi, al posto dell’etica delle professioni e del servizio pubblico subentra non il mercato, ma l’etica dei politici e, sempre più, dei loro consulenti di management del settore privato.

Ciò solleva una questione importante: molte strategie di apertura al mercato nel settore pubblico mirano a trasferire i problemi in uno spazio al riparo dal conflitto e dal dibattito, e da ardue scelte etiche. Inevitabilmente, però, questi tentativi falliscono, perché la vita umana non può essere affidata al pilota automatico della tecnocrazia. Quando in un’impresa ci si chiede “perché lo facciamo?”, è possibile talvolta rispondere semplicemente: “perché dobbiamo massimizzare il profitto”. Ma questo non basta a sottrarre la questione a un dibattito più ampio. Il “cerino acceso” della responsabilità, all’inizio del ventunesimo secolo, sembra più che mai in mano alla politica. È estremamente difficile, per i governi o per i politici in generale, eludere il dibattito sui principi. Ciò riduce ulteriormente le possibilità per i politici di seguire le orme delle imprese private, anche se è comprensibile che essi vi anelino e facciano di tutto per riuscirci.

La seconda risposta data dai governi, più importante ai nostri fini, è consistita



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